Un giallo in piena regola, un intreccio ben studiato, una lettura piacevole e rilassante.

Da pluridecennale lettrice di gialli, posso dire di essere diventata ormai piuttosto esigente, da uscire facilmente annoiata e delusa da gialli tutti un po’ uguali e privi di trovate originali, anche quando escono dalla penna di autori noti. In questi casi evito di recensire, riservando questo sforzo solo a chi secondo me è meritevole di attenzione. E questo giallo meritevole lo è.

Un medico di base, Guido Gubernatis, affaticato dalla vita e dalle piccole ipocondrie dei suoi pazienti, si trova alle prese con la misteriosa sparizione di una sua collega. Benché molto distante dall’ideale di eroe coraggioso, acuto e intuitivo che vorremmo come protagonista di un giallo, Gubernatis semplicemente non si sottrae alle vicende che suo malgrado lo coinvolgono. I personaggi descritti sono molto credibili: potrebbero essere davvero il nostro medico di base o una nostra vicina di casa, il che rappresenta uno dei punti di forza di questo giallo.

Lo Spirito del Lago è ben scritto, tutto sommato privo di grandi colpi di scena, ma capace di intrigare il lettore grazie a una serie di abili depistaggi che lasciano immaginare scenari, moventi e colpevoli sempre diversi. Si potrebbe dire che questo aspetto fa assomigliare il romanzo alla vita vera, con le molteplici letture che è possibile dare agli eventi e il senso di smarrimento che ne deriva. Il finale è in linea col resto, per nulla scontato e tuttavia niente di scoppiettante: ancora una volta la vita, quella vera, tra le cui pieghe si nasconde a volte una insospettata volontà omicida.

I due autori hanno trovato un buon modo per armonizzare i propri stili di scrittura e il prodotto finale è leggero, scorrevole, godibile.

Perfetto per un noioso pomeriggio natalizio.

 

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